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FUORI IL POSTER E IL TRAILER DE: LA CAMERA DI CONSIGLIO, IL NUOVO FILM DI FIORELLA INFASCELLI

IN ANTEPRIMA ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA NELLA SEZIONE FREESTYLE IL FILM SUL MAXIPROCESSO DI PALERMO CON SERGIO RUBINI E MASSIMO POPOLIZIO

AL CINEMA DAL 20 NOVEMBRE

PROIEZIONE UFFICIALE : 18.10.2025, ORE 21:00 –  Maxxi (Via Guido Reni, 4A)

SECONDA PROIEZIONE: 19.10.2025, ORE 14:30 –  Giulio Cesare – sala 1 (Viale Giulio Cesare, 229)

 

Fuori il poster e il trailer de La Camera di Consiglio, il nuovo film di Fiorella Infascelli con protagonisti Sergio Rubini e Massimo Popolizio accanto a un cast corale, che uscirà al cinema il 20 novembre con Notorious Pictures e che verrà presentato in anteprima fuori concorso nella sezione Freestyle alla Festa del Cinema di Roma.

Prodotto da Armosia e Master Five Cinematografica con Rai Cinema, il film racconta la camera di consiglio più lunga della storia giudiziaria italiana: 36 giorni in cui 8 giurati, blindati in un appartamento-bunker nel carcere dell’Ucciardone, dovettero decidere condanne e assoluzioni per 470 imputati del Maxiprocesso di Palermo.

Il Maxiprocesso, celebrato alla fine degli anni ’80, rappresenta una delle pagine più decisive della storia della Repubblica: per la prima volta lo Stato riuscì a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, riconoscendo l’esistenza dell’organizzazione mafiosa come struttura unitaria. Un momento di svolta giudiziaria e civile che ha cambiato per sempre la storia del Paese.

Un racconto corale con al centro il Presidente della giuria (Sergio Rubini) e il Giudice a latere (Massimo Popolizio), affiancati da Betti PedrazziRoberta RiganoAnna Della RosaStefania BlandeburgoRosario Lisma e con Claudio Bigagli.

La sceneggiatura, firmata da Fiorella Infascelli e Mimmo Rafele con la collaborazione di Francesco La Licata, è stata sviluppata con la consulenza di Pietro Grasso, giudice a latere del Maxiprocesso.

Girato interamente in interni, La Camera di Consiglio adotta un’impostazione scenica teatrale, che restituisce la tensione e l’isolamento di quei giorni. L’opera si distingue inoltre per l’utilizzo dei materiali di repertorio, capaci di collocare le vicende dei giurati dentro un quadro storico e civile più ampio.

Non semplicemente un film “sulla mafia”, ma un’opera che riflette sul concetto di legge e giustizia, sull’esperienza umana e civile di chi fu chiamato a decidere il destino di centinaia di imputati, in una delle prove più alte e drammatiche della democrazia italiana

 

 
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